MOSTO COTTO
Delle vendemmia da che ricordo appena l’uva veniva pigiata, subito all’uscire del suo nettare una pentola era pronto ad accoglierlo, era bello vedere come si restringeva sul fuoco accanto ad un caldo e accogliente camino dove la pentola stava appesa sui ceppi accesi e il profumo si sprigionava lento,e una volta fatto, messo a riposare in dispensa poi l’attesa …. non aspettavamo altro che arrivato l’inverno la neve coprisse tutto,e noi fuori a raccoglierne con cucchiai e bicchieri i suoi fiocchi bianchi e canditi per poi riportarla in casa dove come per magia da una bottiglia con liquido scuro la neve si trasformava in meraviglia…… à Subbretta!! Non meravigliatevi del temine essa dalla terminologia dialettale da circa 1000 anni veniva indicata come termine per l’odierna Granita!!
6 litri di mosto
3 mele cotogna
Durante la pigiatura raccogliere in un grosso recipiente il quantitativo desiderato di mosto fresco, metterlo sul fuoco aggiungendo delle fette di mela cotogna e portarlo velocemente a bollore, dopo di che abbassare la fiamma e armarsi di pazienza. Far cuocere il mosto mescolandolo spesso e memori del quantitativo versato farlo ridurre di a oltre un terzo. Farlo raffreddare, e versarlo in pulitissime bottiglie richiudendole bene e messe a conservare al buio di una dispensa, il prodotto consente l’uso sino ad un anno di invecchiamento.
1 commento:
ciao, sono Tamara...anche io ho fatto il mosto cotto o sapa, però ho messo dentro stecca di cannella e un paio di chiodi di garofano...e ora dolci a gogo, sardi e non....
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