lunedì 30 agosto 2010


Pici al ragù toscano


Pici sono una sorta di spaghetti lunghi e sono una base della cucina della terra senese , prodotto povero delle massaie dei contadini,la loro peculiarità consiste nella genuinità dei prodotti e unitamente alla loro semplicità,infatti bastano solo acqua farina di grano duro e poco sale .Il nome Pici viene dato dal modo di fare appunto questa pasta, appiciare, termine locale che indica il modo di arrotolare ,allungare appunto.Nei miei anni vissuti in toscana ho avuto modo di assisterne alla preparazione e gustarli in tanti modi all’aglione , al sugo di acciuga , al sugo di bricole , e oggi vi propongo i Pici con il classico condimento delle case Pientine Pici al ragù toscano!!

Per i Pici

500g di farina di farina di semola duro
Acqua qb,Sale una presa,Un filo di olio

Per il ragù alla toscana

½ kg di macinato 300 di vitello e 200 di maiale,3carote, 2 cipolle,3 coste di sedano,2 spicchi di aglio, un mazzettino di prezzemolo,1 bicchiere di olio
Impasto a mano farina acqua olio e sale fino ad ottenere un composto sodo e liscio,lo appiattisco fino alla misura di 3 cm e si ricavo tagliandole delle strisce che verranno “appiciate” appunto, cioè arrotolate e allungate in fili su una spianatoia bene infarinata per non farli attaccare e che per rusticità saranno irregolarmente cilindrici. Nel Frattempo preparo il “battuto”o trito con 3 carote sedano aglio cipolla e prezzemolo e lo faccio soffriggere in 1 bicchiere di ottimo olio di oliva,aggiungo ½ kg di macinato di vitello e maiale sbriciolato fine e lo faccio rosolare quindi per ultimo 800 ml di salsa di pomodoro, salo e pepo facendo cuocere il tutto per due ore abbondanti. In una pentola con molta acqua salata alla bollitura e con un cucchiaio di olio cuocio i Pici per 5/6 minuti. Scolati li salto in padella con poco del ragù e li servo coperti di un ramaiolo di ragù e una grattugiata di Pecorino “dop” di Pienza


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mercoledì 25 agosto 2010

Pollo pancettato alla creta by alme






Pollo pancettato alla creta by alme


(la mia cocotte naturale)



Ingredienti: pollo da 1,5 kg ,  pancetta fina ,poco  burro, cipolla, sedano, carota, salvia, rosmarino,maggiorana,pepe, prezzemolo, aglio, sale, semi di finocchietto e anice  




Pulire il pollo fiammeggiandolo per eliminare le piccole penne rimaste,lavarlo e asciugarlo per bene. Preparare un trito di spezie con prezzemolo,aglio,cipolla,carota,salvia,rosmarino ,maggiorana ,pepe e semi di finocchietto e anice e spalmare l’interno del pollo. Con le dita unte di burro cospargere la superficie e rivestirla di pancetta e appoggiando sopra due rametti di rosmarino fasciarlo in carta forno bagnata. Fin qui la ricetta di un normalissimo pollo ad eccezione della pancetta ma ecco il tocco che fa la differenza: la cottura sotto creta. La cottura “sotto” creta risale a tempi antichissimi per poi passare alla cottura “nella” creta il riferimento è a pentole di creta dove i miei ricordi vanno a cotture di verdure ma soprattutto di legumi. Ed ecco che vi presento la mia versione sotto creta. Nei giorni precedenti far ammorbidire un panetto di creta( il panetto di creta è reperibile presso negozi di belle arti) con poca acqua alla volta fino a che diventi omogenea,elastica e malleabile. Una volta farcito e ultimato l’impacchettamento del pollo mettetelo in una teglia mono uso bucandone la base (ciò farà colare il grasso in eccesso durante la cottura), stendere con il mattarello in una sfoglia la creta messa tra due fogli di carta forno,togliere il primo foglio e con accortezza capovolgere l’atro e coprire il pollo facendo aderire su tutta la superficie. Lisciare con le mani bagnate e infornare a 150° per 2 ore, alla fine della cottura eliminare la creta e i residui e servire. Buon Appetito

Ps : mi sono divertito a incidere la superficie della creta con una scena del fregio nord del tempio di Sifni (Grecia) nella Gigantomachia che rappresenta Eracle e Cibele in un carro trainato da leoni.


domenica 22 agosto 2010

PASSION FRUIT LIQUOR byAlme


La passiflora o fiore della passione è una delle piante più belle che ci siano in Italia,portata dai Gesuiti nel nostro continente fu chiamata da loro stessi fiore della passione in riferimento all’iconologia della passione del Cristo, i viticci la frusta con cui venne flagellato; i tre stili i chiodi; gli stami il martello; la raggiera della corolla la corona di spine.. I suoi frutti maturando dal verde si trasformano in un bellissimo colore giallo arancione e hanno al suo interno racchiuso in una sottile pellicina una polpa gelatinosa e dolcissima che trattiene dei semi rossastri ed io ora li ho racchiusi per sempre in questa dolce pozione!!


20 grossi frutti della passione (varietà ceareulea)
300 ml di alcool a 90°
La scorza a julienne di ½ limone non trattato
250g di zucchero
50g di acqua


Aprire i frutti ed eliminare la pellicina e metterli in un contenitore emetico con l’alcool e la scorza di limone in infusione per 15 giorni, al termine di tale tempo passare mixer il tutto e filtrarlo con dei teli puliti almeno 3-4 volte. Fare con lo zucchero è l’acqua uno sciroppo trasparente ed unirlo all’infuso filtrato,mescolare bene ed imbottigliare conservandolo in un posto al buio,buono subito ma lasciato affinare dà tutta la bellezza del suo colore e il dolce sapore dei frutti…Prosit!!



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giovedì 19 agosto 2010

TRIPPA CON FAGIOLI OCCHIO NERO E PARMIGIANO



L’area di produzione del fagiolo occhio nero è nel comprensorio dell’alto Sele in Campania, nella zona di Oliveto Citra, alimento ricco di genuinità e proprietà nutritive. I fagioli Occhio Nero mantengono perfettamente la cottura e si prestano sia in piatti sofisticati che semplicemente ad insalate con il nostro olio extravergine, sale e origano.




700g di trippa fresca
500g di fagioli occhio nero
250 ml di sugo di pomodoro
Foglie di alloro
Foglioline di salvia
1 ramettino di rosmarino
2 carote
2 cipolle piccole
Sale
Pepe
Peperoncino
1 bicchiere di vino bianco
Abbondante parmigiano




Lavare bene la trippa tagliarla a pezzi e lasciarla per una mezzora a spurgare in acqua fredda con due foglie di alloro e fettine di limone. In una pentola cuocere i fagioli occhio nero con una foglia di alloro per 50 minuti dall’inizio del bollore. In una grossa padella far soffriggere in poco olio la cipolla tritata e la carota a piccoli dadini la salvia e l’alloro,sfumare con il vino bianco e dopo un poco aggiungere la trippa e lasciarla insaporire per una decina di minuti,quindi versarvi il sugo di pomodoro e ½ litro di acqua e portare a cottura salando e pepando verso la fine. A questo punto una volta cotti i fagioli versarli nella trippa e continuare la cottura per un altro ¼ h, con un paio di cucchiai di parmigiano mantecare il tutto a fuoco spento,quindi servire in piatto con una bella spolverata di parmigiano, del peperoncino e una bella fetta di pane con un filo di olio evo nostrano …..abbinamento perfetto con un buon bicchiere di Aglianico del Taburno Rosato … Buon Appetito e Prosit!!!




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mercoledì 18 agosto 2010

IL MIO PANE


IL MIO PANE



Eccovi il mio pane appena sfornato ....che profumino ragazzi!!!!!!


300g di lievito madre
700g di farina di grano duro 0
25g di olio
400g di acqua tiepida
1 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di sale.






Rinferscato il lievito madre da una pezzatura 1,400Kg che conta 45 anni, estraggo 300g di lievito e lo scioglo in metà acqua tiepida con l'olio e lo zucchero e aggiugno la farina impastandola( io opero a mano e non con impastatrice elettrica)usando il resto dell'acqua finche dalla spianatoia e dalle mani non si stacca, ottenendo cosi un panetto liscio e compatto che faccio riposare 10 minuti, poi aggiungo il sale e lo reimpasto ancora fino a riottenere il panetto liscio. Accendo il forno e lo lascio riscaldare a 30°,quindi preso il panetto lo metto in una bacinella e la copro con un pagno umido e lascio lievitare in forno spento ma riscaldato fino a che non raddoppi la pezzatura.Trascorso questo tempo ho ripreso il panetto e fatto sgonfiare lo reimpasto un poco e lo divido in due pezzi di quasi ugual peso e ne faccio dei panetti li sistemo sulla placca del forno li incido a croce sulla superficie e lascio ancora lievitare una volta in forno riscaldatoma spento e coperti da un panno umido. Poi non mi resta altro una volta che i panetti sono lievitati ,di accendere il forno al massimo (250°) e cuocere il pane fino a che dorandosie battendolo da sotto non suoni a vuoto.
Il pane è pronto!!!




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Calzoni fritti e al forno con lievito madre


Calzoni  fritti e al forno con lievito madre

2oog di  lievito madre
500 di farina oo
Acqua tiepida qb
Sale
Salsa di pomodoro
Mozzarella
Prosciutto cotto


Prendendo una parte di lievito madre dalla mia scorta ho voluto farla partecipe di questa preparazione in una sorta di esperimento, infatti è la prima volta che ci provo a cimentarmi in questa ricetta. Quindi l’ho sciolto con dell’acqua tiepida e un pizzico di zucchero e con la farina l’ho impastato a formare un panetto liscio e omogeneo che ho fatto lievitare per tre ore in forno alla temperatura di 25° coperto da un panno umido. L’ho quindi reimpastato velocemente e suddiviso in palline piccole meno di un pugno e rimesse a lievitare ancora una volta in forno per 1 ora. Schiacciate col mattarello a mò di disco l’ho messo in stampo e farcendoli con un cucchiaio di sugo ,dadini di mozzarella e prosciutto,l’ho richiusi e una parte fritti in olio,ed un’altra parte cotta al forno per 20 minuti. L’”esperimento” è stato molto soddisfacente … da ripetere!!!







martedì 17 agosto 2010


Sbriciolona Kirsch-Sirup und dunkler Schokolade by alme



Il titolo me lo ha riferito una mia amica tedesca,ma in fondo è tutta roba italiana in una ricetta comunissima e facilissima da fare.

600 g di farina 00
200 g di burro
150 g di zucchero a velo
2 uova
1 bustina di lievito in polvere
Essenza di vainiglia
La scorza grattugiata di ½ limone
Per il ripieno:
250 g di mascarpone
150g di zucchero a velo
10 amarene sciroppate
1 bicchierino di liquore strega
Gocce di cioccolato fondente
2 uova

Sciogliere bene lo zucchero a velo con le uova unire il burro sciolto e il lievito la scorza di limone grattugiata la vainiglia e per ultima la farina,lavorare il tutto facendone velocemente un impasto granuloso. Far rassodare in frigo, imburrare e infarinare una teglia e sistemarvi metà delle briciole schiacciandole e facendo un bordo alto e farlo cuocere in forno per 15 minuti a 180°. Nel frattempo far sciogliere nelle uova lo zucchero e unire il mascarpone e lo strega e farne una crema liscia e omogenea. Togliere dal forno la teglia versarvi la crema al mascarpone e unire spargendole le amarene sciroppate con un poco di sciroppo e delle gocce di cioccolato fondente,ricoprire il tutto con le restanti briciole e far cuocere in forno caldo per 40 minuti a 180°. Servire con un bicchierino di cherry…(.il mio home) e buon appetito.Prosit!!!


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sabato 14 agosto 2010

Piccolo grande amore

Piccolo grande amore



Immaginate la scena.
Pranzo quasi al termine,qualcuno dice ci sono delle piadine (nb le mie piadine)le volete??
uhmmmm mugolo tra me e me.ancora piadine,qualcun altro sbuccia una pera, uhmmm continua il mio mugulare,ed ecco il " piccolo"di casa che dice babbo ti serve la panna.... ed io che ho intravisto il barattolo di nutella accendo la mia lampadina di stregone siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii passami la panna dico. Detto fatto la piadina passata velocemente in micro, la pera sbucciata e a fette e poi una cucchiaiata di panna nella nutella e via un dessert da art attak, dolce come la pera vellutato come il mix di panna e nutelle e croccante di piada tiepida...cosa voglio di più dalla vita!!!!!

w la fantasia


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SANGRIA BIANCA, DAL PENTOLONE DELLO STREGONE


OMETTENDO TUTTE LE CLASSICHE PROCEDURE PER LA SANGRIA, ECCO UN APERITIVO O BEVANDA DA BUFFET E DESSERT IN UN ABBINAMENTO DEL TUTTO INUSUALE CON UN TOCCO DI SPIRITO STREGONESCO


1 BOTTIGLIA DI SPUMANTE
2 CUCCHIAI DI ZUCCHERO
1 ANANAS
3 FICHI D'INDIA
10 LITCHIS (FRESCHI MEGLIO,HO USATO UN BARATTOLO DI LITCHI SCIROPPATI)
UN PICCOLO LIMONE (MEGLIO SE UN LIME)
FRAGOLE SOTTO SPIRITO HOME
CILIEGE SOTTO SPIRITO HOME


SCIOGLIERE LO ZUCCHERO NELLO SPUMANTE,AFFETTARE MEZZO LIMONE IN FETTINE SOTTILI E SPREMERNE L'ALTRA METà VERSANDOLA NELLO SPUMANTE ATTRAVERSO UN COLINO. PULIRE I FICHI D'INDIA E TAGLIARLI A FETTINE,SNOCCIOLARE I LITCHIS. PULIRE E AFFETTARE L'ANANAS IN FETTE SOTTILI ED UNIRE IL TUTTO ALLO SPUMANTE. HO FINITO DANDO UN TOCCO ALCOLICO CON DELLE FRAGOLE E CILIEGE SOTTO SPIRITO FATTE IN CASA ,COPRIRE CON UNA PELLICOLA E METTERE IN FRIGO FINO AL MOMENTO DI SERVIRE ,MAGARI CON CUBETTI DI GHIACCIO.......BUON APPETITO E PROSIT!!!!!








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XVIII Sagra del paparulo ‘mbuttunato


XVIII Sagra del paparulo ‘mbuttunato
San Martino Sannita –Benevento
13 agosto 2010

Come oramai da anni nel mio piccolo paese è tradizione fare questa sagra nei giorni che precedono la festa dell’Assunta, quest’anno siamo giunti alla XVIII edizione in un crescendo di consensi da parte di turisti e paesani. La tipicità in questa sagra sono elementi semplici che legano in una serata di festa molte persone alla ricerca della vera genuinità,tipici sono i paparuli,peperoni ‘mbuttunati,imbottiti per l’italiano e la tipica farzora, piatto che prende il nome dalla padella usata per la cottura e dalla procedura lunga ma utile al palato. Inoltre orecchiette al sugo di tracchie  carne e cotiche di maiale ci cucinate da provette donne del paese, salsicce paesane alla brace e ottimo vino locale,il tutto nella più serena atmosfera e una calorosa familiarità condita di musica e balli per il divertimento di tutti… anche quest’anno è fatta..all’anno prosimo..


giovedì 12 agosto 2010

'a Pizza e scarole


 'a Pizza e  scarole
Preparata prettamente nel periodo delle feste natalizie questa pizza non e affatto fuori luogo in ogni stagione anzi come le cose particolari acquista preziosità in momenti diversi e allora  va bene anche l’estate,e stavolta il merito è di mia moglie,anche se in questa ricetta lei omette l’uva passa,spero che sia di vs gradimento!!!!

500g di farina
1 cubetto di lievito
Acqua qb
600g di scarole
Olive nere denocciolate
Filetti di alice sotto olio
Capperi
Pinoli
Noci spezzettate
 uvetta passa
Aglio
Sale e pepe


Cò a farina l’acqua e o lievito ‘mpastare sta poesia e pasta e falla crescere sotta a na cuperta  almeno per 1 ora. Mentre a poesia se fa cchiù grossa e lievitata facimmmo’vollere na pentola e acqua e lessamm’e scarola ,primma a’ pulizzat’, pe 5 minuti. In una farzora in uno schizzico e uoglio facimm’ sfrjiere 2-3 capa d’aglio e appena se fa biondo attuorno a cammisa o levamm’ e facimm’squaglià 4-5 filetti e alice sottuoglio  a sto punto mettimm’ è scarole e facimm’ cocere cù chiapparelli i l’ alivelle nere salann’ e pepando e all’ultimo aggiungimm’pinoli e uva passa e noci spezzettate Mò che a pasta se è fatta ò vero poesia ,la spartimm’ in 2 parti e co  lainaturo e chè dete  dè mani  l’allargammo tanto quanto abbasta a farla stare int’a teglia lassann’ alto attuorn’ o cornicione ,ce sistemamm’e scarole stufate e accuperchiamm’ cu n’atà sfoglia allargata comme a prima e sigilliamo rigirann’i bordi,e bucata ccò a forchetta, mò a mettimm’a lievitare ancora almeno per 1 ora 1,5 circa, una spennellata e uoglio e po’ int’ò furno a 200° pè 35 minuti.
E mò che  a poesia se incontra co ù profumo de scarole, regala  sapore a stà bontà int’à tutte e fettè ce stà a bellezza e chi l’ha fatta.

Con la farina ,l’acqua e il lievito si impasta una poesia(dedica alla pasta) che viene messa  a lievitare in luogo caldo coperta da un panno o coperta a ppunto per dare calore. Mentre lievita si fa bollire in una pentola dell’acqua dove viene lessata la scarola dapprima pulita .in poco olio in una casseruola si fanno soffriggere alcuni spicchi di aglio appena imbiondisce lo leviamo e sciogliamo i filetti di alice facendoli sciogliere,a questo punto si versano le scarole e si portano a cottura  con i capperi,le olive nere,e si sala e si pepa, per ultimo le noci spezzettate i pinoli e l’uva passa. Quando la” poesia” è lievitata si divide in sue parti e aiutandosi con il matterello e le dita delle mani si da forma allargandola e stendendola in basso spessore per farla stare in una teglia lasciandone alti i bordi,versiamo le scarole stufate e richiudiamo con l’altro panetto steso come il primo e messo a copertura della farcia,sigillandone i bordi rivoltando il cornicione inferiore su quello si copertura quindi si buca con i rebbi di una forchetta la pasta di copertura per facilitare l’uscita del vapore e lasciamo lievitare ancora per una altra ora Poi si inforna spennellando la superficie di olio , a 200° per 35 minuti
Quando la poesia della pasta incontra il profumo delle scarole regala sapre a questa bonta in tutte le fette li dove c’è la bellezza di chi l’ha fatta